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In risposta alla giusta richiesta dei lavoratori della società Minosse di Civitavecchia

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Il grido accorato dei lavoratori rappresenta sempre una priorità, da accogliere con chiarezza e determinazione, perché hanno ragione i lavoratori Minosse a chiedere concretezza e non vuote promesse. I dati, concreti, ci dicono che era fatto noto che il 2025 sarebbe arrivato, così come fatto purtroppo noto è la totale indeterminatezza, ad oggi, di quale dovrà essere il percorso di riconversione che finalmente, una volta e per tutte, possa spezzare il perverso ricatto lavoro-salute consumato per decenni sulle spalle dei cittadini.

Purtroppo quello delle servitù è un tema su cui manteniamo un triste primato, basta portare la mente alla storia della Italcementi, consumatasi tra sfruttamento e lotte dei lavoratori, silicosi e calce bianca sopra i panni stesi, sito abbandonato come uno straccio vecchio, senza neanche la parvenza di un risarcimento per il territorio.

Un epilogo che non può e non deve ripetersi, per cui è inderogabile ribaltare i rapporti di forza che finora hanno tenuto piegata la nostra Comunità, restituendo dignità e capacità contrattuale alla città. Non vi è dubbio che il confronto è alla base di tutto, ma al punto avanzato a cui siamo arrivati senza che alcuna determinazione condivisa sia stata assunta, va preso atto che il tempo dei tavoli è superato, soffocato dai silenzi, temporeggiamenti, opportunismi, rimpasti e rimpastini.

È il tempo delle aule, quelle istituzionali, deputate ai pronunciamenti ufficiali, dove un’Amministrazione Comunale che abbia chiaro l’interesse dei cittadini amministrati entri nella fase decisionale e convochi formalmente le parti in causa per chiedere conto della dovuta contropartita a chi sulle spalle dei civitavecchiesi ha mantenuto importanti potentati economici. Un cronoprogramma di riscatto da costruire attraverso una rete di collaborazione con le organizzazioni sociali, dato alle quali offrire tutto il conforto istituzionale nella fase delle trattative, datoriali, realtà economiche ed istituzionali, sotto la ferma guida di un’Amministrazione Comunale capace, non più subalterna e non più confusa da rimpasti e rimpastini, offrendo un contributo di solido riferimento alle organizzazioni preposte alla rappresentanza dei lavoratori.

A partire dalla fase transitoria che dovrà vedere la ricollocazione di tutto il personale diretto e dell’indotto dei piani di dismissione, con il lancio fin da subito di un grande piano di rigenerazione formativa a cui le imprese potranno portare il proprio determinante contributo, perché come è evidente se il mercato del lavoro cambia, l’inevitabile sforzo di adeguamento dovrà trovare i suoi sbocchi, in una logica di sinergia complessiva in una  nuova stagione di valorizzazione della mano d’opera locale che ha sempre costituito un’eccellenza nel panorama nazionale, penalizzata ormai da tempo dalla perdita di credibilità della politica e delle istituzioni locali, incapaci di attirare investimenti di prospettiva e di adeguata ricaduta.

Dialogare ma con fermezza per portare a risoluzione  questa importante vertenza dei lavoratori della Minosse con Enel, Tirreno Power, Autorità Portuale, Compagnia Portuale e tutte le Organizzazioni Sindacali , attivando anche  tutte le forme di tutela economica per i lavoratori della Minosse  tramite il reperimento di ammortizzatori sociali, questo è l’impegno e la soluzione  che garantisco, se sarò eletta Sindaco di Civitavecchia, alle istanze dei lavoratori della Minosse e a chiunque, cittadino e cittadina,  lavoratrice e  lavoratore della nostra Comunità che  possa trovarsi in futuro nella difficile situazione di perdere il proprio lavoro. 

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Purtroppo quello delle servitù è un tema su cui manteniamo un triste primato, basta portare la mente alla storia della Italcementi, consumatasi tra sfruttamento e lotte dei lavoratori, silicosi e calce bianca sopra i panni stesi, sito abbandonato come uno straccio vecchio, senza neanche la parvenza di un risarcimento per il territorio.

Un epilogo che non può e non deve ripetersi, per cui è inderogabile ribaltare i rapporti di forza che finora hanno tenuto piegata la nostra Comunità, restituendo dignità e capacità contrattuale alla città. Non vi è dubbio che il confronto è alla base di tutto, ma al punto avanzato a cui siamo arrivati senza che alcuna determinazione condivisa sia stata assunta, va preso atto che il tempo dei tavoli è superato, soffocato dai silenzi, temporeggiamenti, opportunismi, rimpasti e rimpastini.

È il tempo delle aule, quelle istituzionali, deputate ai pronunciamenti ufficiali, dove un’Amministrazione Comunale che abbia chiaro l’interesse dei cittadini amministrati entri nella fase decisionale e convochi formalmente le parti in causa per chiedere conto della dovuta contropartita a chi sulle spalle dei civitavecchiesi ha mantenuto importanti potentati economici. Un cronoprogramma di riscatto da costruire attraverso una rete di collaborazione con le organizzazioni sociali, dato alle quali offrire tutto il conforto istituzionale nella fase delle trattative, datoriali, realtà economiche ed istituzionali, sotto la ferma guida di un’Amministrazione Comunale capace, non più subalterna e non più confusa da rimpasti e rimpastini, offrendo un contributo di solido riferimento alle organizzazioni preposte alla rappresentanza dei lavoratori.

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Dialogare ma con fermezza per portare a risoluzione  questa importante vertenza dei lavoratori della Minosse con Enel, Tirreno Power, Autorità Portuale, Compagnia Portuale e tutte le Organizzazioni Sindacali , attivando anche  tutte le forme di tutela economica per i lavoratori della Minosse  tramite il reperimento di ammortizzatori sociali, questo è l’impegno e la soluzione  che garantisco, se sarò eletta Sindaco di Civitavecchia, alle istanze dei lavoratori della Minosse e a chiunque, cittadino e cittadina,  lavoratrice e  lavoratore della nostra Comunità che  possa trovarsi in futuro nella difficile situazione di perdere il proprio lavoro. 

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