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Tarquinia: il Vescovo Gianrico Ruzza saluta i partecipanti alla processione del Cristo Risorto

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«Davanti al sepolcro vuoto siamo chiamati a credere che la Parola si compie. Credere che Dio risponde all’immensa solitudine dell’uomo e che intende abolire la sua schiavitù. Credere che ciò che all’uomo è impossibile – perpetuare la vita e distruggere la morte -, per Dio è realtà e oggettività. Credere che le Scritture sono il veicolo dell’Amore e che ci parlano di vita, accogliendole veramente nel loro dispiegarsi nella storia, noi potremo vivere pienamente e sicuramente».

Così il vescovo Gianrico Ruzza ha salutato i partecipanti alla processione del Cristo Risorto che, come tradizione, il pomeriggio della Domenica di Pasqua, ha festosamente attraversato le vie di Tarquinia. Ha aperto il corteo la squadra degli Sparatori, che imbracciano fucili caricati a salve che sparano coriandoli. Una componente originale di questa processione è poi quella dei portatori dei Tronchi, grandi croci con ghirlanda di fiori. Si tratta di croci il cui peso si aggira dai settantacinque ai novantacinque chili. Di notevole altezza (la più grande raggiunge circa 5 metri), il loro trasporto richiede una grande abilità e forza per non essere sbilanciati durante il trasporto. 

É una dimostrazione di forza, di abilità e di resistenza. Anche il compito degli sparatori e dei portatori di tronchi si tramanda, nei limiti del possibile, all’interno della famiglia. Fanno parte della processione anche i portatori dei Lampioni e lo Stendardino, e la Banda.

La statua del Cristo racchiude in sè una complessa simbologia. Poggia su una nuvola di colore argento che ben rende l’idea del movimento della Risurrezione, momento in cui Cristo entra nella gloria. Dietro la statua una grande raggiera dorata simboleggia la luce divina che si irradia sull’umanità diventata, come dice San Paolo, “figlia della luce”. 

Il corpo è parzialmente rivestito da un drappo rosso porpora posto sulla spalla sinistra. Il colore ha un significato ben preciso, infatti il rosso è simbolo del sangue versato dai martiri, mentre il porpora simboleggia la regalità ed il sacerdozio. Il bianco vessillo della rossa croce, sostenuto dalla mano sinistra, sventola sotto l’azione di un vento invisibile che sembra trasportare il messaggio di pace del Cristo fino alle più remote terre del mondo.

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«Davanti al sepolcro vuoto siamo chiamati a credere che la Parola si compie. Credere che Dio risponde all’immensa solitudine dell’uomo e che intende abolire la sua schiavitù. Credere che ciò che all’uomo è impossibile – perpetuare la vita e distruggere la morte -, per Dio è realtà e oggettività. Credere che le Scritture sono il veicolo dell’Amore e che ci parlano di vita, accogliendole veramente nel loro dispiegarsi nella storia, noi potremo vivere pienamente e sicuramente».

Così il vescovo Gianrico Ruzza ha salutato i partecipanti alla processione del Cristo Risorto che, come tradizione, il pomeriggio della Domenica di Pasqua, ha festosamente attraversato le vie di Tarquinia. Ha aperto il corteo la squadra degli Sparatori, che imbracciano fucili caricati a salve che sparano coriandoli. Una componente originale di questa processione è poi quella dei portatori dei Tronchi, grandi croci con ghirlanda di fiori. Si tratta di croci il cui peso si aggira dai settantacinque ai novantacinque chili. Di notevole altezza (la più grande raggiunge circa 5 metri), il loro trasporto richiede una grande abilità e forza per non essere sbilanciati durante il trasporto. 

É una dimostrazione di forza, di abilità e di resistenza. Anche il compito degli sparatori e dei portatori di tronchi si tramanda, nei limiti del possibile, all’interno della famiglia. Fanno parte della processione anche i portatori dei Lampioni e lo Stendardino, e la Banda.

La statua del Cristo racchiude in sè una complessa simbologia. Poggia su una nuvola di colore argento che ben rende l’idea del movimento della Risurrezione, momento in cui Cristo entra nella gloria. Dietro la statua una grande raggiera dorata simboleggia la luce divina che si irradia sull’umanità diventata, come dice San Paolo, “figlia della luce”. 

Il corpo è parzialmente rivestito da un drappo rosso porpora posto sulla spalla sinistra. Il colore ha un significato ben preciso, infatti il rosso è simbolo del sangue versato dai martiri, mentre il porpora simboleggia la regalità ed il sacerdozio. Il bianco vessillo della rossa croce, sostenuto dalla mano sinistra, sventola sotto l’azione di un vento invisibile che sembra trasportare il messaggio di pace del Cristo fino alle più remote terre del mondo.

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