Il Consiglio Comunale di Civitavecchia ha recentemente votato a maggioranza per annullare la delibera della precedente amministrazione che prevedeva l’adesione del comune alla nuova provincia denominata “Porta d’Italia”. Il sindaco Marco Piendibene ha spiegato le motivazioni alla base di questa decisione, sottolineando aspetti giuridici, economici e politici.
Problemi Giuridici
Secondo il sindaco Piendibene, la proposta di lasciare la Città Metropolitana non tiene conto della legislazione attuale, in particolare della legge Delrio (articolo 1 comma 51), che prevede una lenta abolizione delle province e non contempla la possibilità di crearne di nuove. La delibera precedente non citava adeguatamente questa normativa, rendendo necessario il ritiro dell’atto.
Aspetti Economici e Finanziari
Piendibene ha inoltre evidenziato le preoccupazioni economiche legate all’uscita dalla Città Metropolitana. Negli ultimi due anni, la Città Metropolitana ha investito circa 70 milioni di euro nei comuni, di cui 17 milioni a Civitavecchia solo per la qualità dell’abitare, 2 milioni per l’edilizia scolastica e oltre un milione per gli impianti sportivi. Uscendo dalla Città Metropolitana, Civitavecchia rischierebbe di perdere questi finanziamenti, inclusi i fondi PNRR destinati alle Città Metropolitane.
Il calcolo economico presentato dall’Avv. Michetti è stato considerato insufficiente e vago. Piendibene ha criticato la mancanza di certezze sulle entrate e ha trovato poco realistico il riferimento a 5000 assunzioni per una provincia di 350.000 abitanti, quando l’area metropolitana di Roma, con 4 milioni di abitanti, ha solo circa 1200 dipendenti. Inoltre, le entrate derivanti da tasse portuali e aeroportuali non sono realistiche poiché solo le Città Metropolitane possono incassare il tributo dei passeggeri dei porti e aeroporti.
Criticità Politiche
La precedente delibera è stata approvata senza un adeguato coinvolgimento pubblico e a soli 40 giorni dalle elezioni, in un consiglio comunale pressoché deserto. Piendibene ha sottolineato l’importanza di evitare decisioni avventuristiche dettate dal protagonismo di alcuni.
Infine, ha trovato paradossale che alcune forze di opposizione chiedano un referendum per abolire la delibera di annullamento, sostenendo che la cittadinanza andava coinvolta fin dall’inizio e non soltanto ora che il tentativo è stato fermato.
Piendibene ha concluso affermando che l’amministrazione sarà sempre aperta all’ascolto e all’accoglienza di progetti seri, economicamente sostenibili, giuridicamente ineccepibili e realmente orientati al bene dei cittadini.