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venerdì, Ottobre 18, 2024
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Operazione della guardia costiera sulla pesca illegale

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Nel mese di giugno la Direzione Marittima del Lazio ha svolto una intensa attività di accertamenti e verifiche condotti dai dipendenti Comandi di Roma-Fiumicino ed Anzio che hanno consentito di sequestrare un ingente quantitativo di attrezzi non regolamentari e non segnalati, impropriamente impiegati per la cattura del polpo in violazione della normativa di settore.

In particolare lungo la costa tra Ardea ed Anzio sono state utilizzate tantissime trappole calate illegalmente, ottenute sezionando tubi in pvc (impiegati nei cantieri edili) o barattoli in polietilene, privi di qualsiasi segnalazione che li riconduca alle unità da pesca cui appartengono e, dunque, “non conformi” alle norme. Un metodo che permette al pescatore di autoprodurre le trappole a basso costo danneggiando l’ambiente con plastica gettata in mare, creando un pericolo per la sicurezza della navigazione, superando i quantitativi massimi consentiti e violando le modalità stabilite dalla legge.

Le operazioni di recupero degli attrezzi da pesca illegali sono state condotte sotto il diretto coordinamento del Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Civitavecchia, con la virtuosa collaborazione di “Sea Shepherd Italia Onlus”, un’organizzazione internazionale no profit dedita alla conservazione della fauna marina, che ha impiegato la propria imbarcazione “Sea Eagle”.

Sono state recuperate 850 trappole ed oltre 9.500 metri di cima e calamentinonché materiale vario utilizzato per l’ancoraggio e la visibilità a mare delle “polpare” e sono state elevate sanzioni per 8.000 €.

Gli attrezzi da pesca illegali recuperati saranno smaltiti e riutilizzati in maniera ecosostenibile attraverso l’intervento di una azienda specializzata.

Il nostro impegno nella lotta alla dispersione delle plastiche in mare è elevatissimo e ringrazio Sea Shepherd per la preziosa collaborazione! – ha affermato il C.V. (CP) Michele Castaldo, Direttore Marittimo del Lazio – E’ importante sensibilizzare la collettività sui comportamenti virtuosi ma altrettanto fondamentali sono le azione di prevenzione e contrasto degli illeciti perpetrati in mare per salvaguardare l’ecosistema e la biodiversità del nostro mare”.

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In particolare lungo la costa tra Ardea ed Anzio sono state utilizzate tantissime trappole calate illegalmente, ottenute sezionando tubi in pvc (impiegati nei cantieri edili) o barattoli in polietilene, privi di qualsiasi segnalazione che li riconduca alle unità da pesca cui appartengono e, dunque, “non conformi” alle norme. Un metodo che permette al pescatore di autoprodurre le trappole a basso costo danneggiando l’ambiente con plastica gettata in mare, creando un pericolo per la sicurezza della navigazione, superando i quantitativi massimi consentiti e violando le modalità stabilite dalla legge.

Le operazioni di recupero degli attrezzi da pesca illegali sono state condotte sotto il diretto coordinamento del Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Civitavecchia, con la virtuosa collaborazione di “Sea Shepherd Italia Onlus”, un’organizzazione internazionale no profit dedita alla conservazione della fauna marina, che ha impiegato la propria imbarcazione “Sea Eagle”.

Sono state recuperate 850 trappole ed oltre 9.500 metri di cima e calamentinonché materiale vario utilizzato per l’ancoraggio e la visibilità a mare delle “polpare” e sono state elevate sanzioni per 8.000 €.

Gli attrezzi da pesca illegali recuperati saranno smaltiti e riutilizzati in maniera ecosostenibile attraverso l’intervento di una azienda specializzata.

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